Mancano ormai pochi giorni all’inizio delle attività in casa Rugby Lucca. Lunedì prossimo infatti (28 agosto) la formazione rossonera si ritroverà al Bernardo Romei per iniziare la preparazione in vista del prossimo campionato di serie C. Insieme a loro ci saranno anche la formazione seniores femminile, Under 16, Under 18 e Touch. Mentre le altre categorie inizieranno gli allenamenti più avanti nel mese di settembre (a questo proposito, la società ricorda che è sempre possibile per ragazzi e ragazze provare il rugby gratuitamente e senza impegno).

In attesa delle prime uscite ufficiali, abbiamo incontrato il presidente Valerio Raschioni. Il numero 1 rossonero è una vera e propria istituzione da queste parti, avendo vissuto tutta la storia del club dalla sua fondazione a oggi, prima da giocatore e adesso da dirigente. Con lui abbiamo fatto il punto della situazione. Il presidente non vuole sentir parlare dell’ennesima “stagione di ripartenza” post Covid. La parola d’ordine è “migliorare” quanto di buono già fatto lo scorso anno, senza porsi limiti.

Presidente, parliamo prima di tutto di lei. Sono passati 17 anni dalla prima partita ufficiale del Rugby Lucca. Lei era capitano di quella formazione Under 19 che scese in campo a Siena. Dopo tutto questo tempo è ancora qua. Cosa significano per lei questi colori?
“Innanzitutto mi faccia dire che non sono da solo. Ci sono molte persone che erano in campo quel giorno e che fanno ancora parte della società. C’è chi ancora gioca e chi invece adesso ricopre altri ruoli. Ma siamo in tanti ad essere molto legati a questa realtà che abbiamo visto nascere”.

Come se lo spiega?
“Penso che molto dipenda proprio dalle caratteristiche del nostro sport. Quando sei in campo una delle parole d’ordine è ‘sostegno’: nessuno deve essere mai lasciato solo. Nel rugby è impossibile vincere le partite senza il lavoro di squadra. Anche il giocatore più talentuoso deve affidarsi ai compagni. Questo crea dei legami molto forti che poi rimangono anche fuori dal rettangolo di gioco. Anche a distanza di anni. Noi diciamo sempre che il Rugby Lucca è un po’ come la nostra seconda famiglia. Da questo punto di vista il rugby è speciale”.

Passando all’attualità, tra pochi giorni inizierete la preparazione alla nuova stagione. Possiamo dire che questo è l’anno della vera ripartenza dopo il Covid?
“Non sono d’accordo. Siamo già ripartiti lo scorso anno. Quella passata è stata una stagione positiva sotto tanti aspetti. Ci ha consentito di far ripartire tutti gli ingranaggi, di ricreare un nuovo gruppo di giocatori molto giovane. Quest’anno ci aspettiamo di fare qualcosa di più. Vogliamo consolidare quello che abbiamo già fatto ma ci aspettiamo una crescita a livello generale”.

Si riterrà soddisfatto se?
“Prima di sbilanciarmi preferisco aspettare di conoscere la composizione dei campionati che ancora non è stata resa nota dalla federazione. Però ci aspettiamo di concludere la stagione nella parte alta della classifica. Se saremo in grado di lottare per il vertice lo vedremo strada facendo ma certamente scenderemo in campo per cercare di vincere più partite possibili. Poi chiaro, sullo sfondo il nostro obiettivo rimane sempre quello del salto di categoria ma per questo ci vorrà ancora un po’ di tempo”.

Ci saranno delle novità a livello di organico e di staff?
“Negli ultimi anni abbiamo fatto un profondo ricambio generazionale. Abbiamo inserito molti giovani provenienti dal nostro vivaio e alcuni li inseriremo anche quest’anno, com’è sempre stato nella nostra filosofia. Quando si fa un ricambio così importante è chiaro che serve un periodo di assestamento. All’inizio della scorsa stagione molti ragazzi erano ancora un po’ acerbi ma già nella seconda parte dell’anno abbiamo visto una crescita significativa. Per questo abbiamo confermato in toto la rosa della scorsa stagione. Quest’anno molti ragazzi avranno un campionato in più nelle gambe e saranno più preparati. Inoltre si aggregheranno alla nostra squadra anche alcuni ragazzi provenienti dal Versilia Rugby e altri dal Grande Selva (società della Mediavalle). È una formula che abbiamo iniziato ad impostare l’anno scorso con buoni risultati. A livello di staff tecnico il primo allenatore rimarrà Danilo Sediani con il supporto di Matteo Giovannico. A loro si affiancherà un tecnico del Versilia: Alessandro Del Re. È un allenatore che ha esperienze in categorie superiori che sarà sicuramente un valore aggiunto. Come ho detto, l’anno scorso siamo ripartiti. Quest’anno ci aspettiamo di fare uno step in più”.

Allargando lo sguardo a tutta la vostra realtà. Prima del Covid erano stati raggiunti dei traguardi importanti: una formazione seniores che ambiva alla serie B, un settore giovanile completo dall’under 6 all’under 18, una squadra “Touch” e un movimento femminile in crescita. A che punto siete adesso?
“Il Covid ha inciso principalmente sulle categorie Under 16 e Under 18. Ma non è stato solo questo. Purtroppo paghiamo un buco che abbiamo ereditato dalle gestioni precedenti, in cui per un paio d’anni non si è lavorato bene nel reclutamento a livello di settore giovanile. Nelle ultime stagioni non avevamo più i numeri per iscrivere una squadra Under 18 al campionato e quindi abbiamo dovuto mandare i ragazzi fuori per farli giocare. Questo non è sempre un passaggio semplice e purtroppo qualcuno lo abbiamo perso per strada. Da quest’anno però torneremo anche con una Under 18 grazie alla collaborazione che abbiamo messo in atto con il Valdinievole e con il Pistoia Rugby con cui già lavoravamo per le categorie Under 14 e Under 16. Nelle altre categorie invece abbiamo un’ottima base su cui lavorare, parliamo in totale di quasi 200 tesserati. Questo è chiaramente motivo di soddisfazione e per questo ci tengo a ringraziare tutti i nostri tecnici per il grande lavoro che stanno facendo”.

Queste difficoltà hanno fatto cambiare in parte gli obiettivi societari?
“Assolutamente no. Certo, a causa del Covid siamo stati costretti a fare qualche passo indietro. Ma una volta ricostruita l’intera filiera delle giovanili, il nostro obiettivo rimane quello di una crescita non solo nei numeri ma anche a livello qualitativo. Puntiamo a crearci in casa gli atleti e vogliamo che siano pronti per quando faranno il loro esordio in prima squadra o, perché no, per avviarli verso una carriera nel rugby di alto livello, fino a quando non ci arriveremo. Questa è sempre stata la nostra filosofia”.

Anche la struttura potrebbe aiutarvi in questo senso? Vi attende un discreto salto di qualità nei prossimi anni.
“Sì, finalmente dopo un dialogo con il Comune durato anni avremo la possibilità di riqualificare completamente tutte le strutture che sorgono nella zona dell’Acquedotto. Questo avrà ricadute positive quindi non solo per noi ma anche per le altre realtà sportive che gravitano in quest’area. Il nuovo impianto dovrebbe essere pronto entro l’inizio della stagione 2025/2026. Parliamo non solo di 2 nuovi campi da gioco ma di un salto di qualità anche nelle strutture come spogliatoi, palestra, infermeria, uffici, punto ristoro. Crediamo che questo ci permetterà di fare un significativo passo in avanti anche già nell’immediato perché finalmente metteremo i nostri atleti nelle condizioni di performare al meglio. Ma saremo in grado anche di offrire una proposta migliore a quei ragazzi e quelle ragazze che vogliono avvicinarsi al nostro sport. E questo sicuramente ci darà una grossa mano in termini di reclutamento con ricadute positive nel medio e lungo termine”.